Montegrino Valtravaglia, situata sul versante meridionale del monte Sette Termini e raccolta attorno alla piazza Dante Girani (dedicata ad un giovane partigiano assassinato dai nazifascisti durante la Resistenza), presenta alcuni motivi di interesse.
La piazza è il cuore del paese e su di essa si affaccia la chiesa di San Rocco, il protettore degli appestati, davanti alla quale si innalza la "Crocetta", interessante monumento ex voto, eretta dagli abitanti del paese dopo la fine di una spaventosa epidemia di peste (probabilmente dovrebbe trattarsi di quella del 1630); degne di nota sono le sue pregevoli cancellate in ferro battuto. La presenza della chiesa dedicata a San Rocco e della "Crocetta" testimoniano il tremendo infuriare della pestilenza nella Valtravaglia.
Caratteristica del centro sono le strette viuzze, che si aprono tra case addossate l'una all'altra. Ad una delle estremità del paese sorge il Teatro Sociale, già proprietà dei conti Biandrà di Reaglie, ricordato da Piero Chiara nel romanzo "Il Pretore di Cuvio". A poca distanza dall'abitato si trova infine la chiesa di S. Ambrogio, edificio medioevale di un certo interesse.
Nel paese si celebra la festa della Madonna del Rosario la prima domenica di ottobre. A Montegrino Valtravaglia nacque, agli inizi del XIX secolo, l'insigne pittore Giovanni Carnovali detto il "Piccio".