Un grande scrittore della letteratura italiana, Piero Chiara, nel suo romanzo "Il pretore di Cuvio", uscito nell'anno 1973, ha ambientato una parte delle vicende narrate a Montegrino, parlando del Teatro Sociale e delle chiese di S. Rocco e di S. Martino.
Di seguito riportiamo alcune delle parti del libro che parlano del nostro paese, tratte dall'edizione Oscar Mondadori (pp. 83-93).
"Per la prima venne scelto il teatro di Montegrino, un casone con la facciata sulla strada e la parte di fondo incassata nella montagna, che era stato nel '700 il teatrino della famiglia dei conti di Biandrà di Reaglie, ma che dovette subire un gran numero di incendi e di crolli prima di venir riedificato nella forma a scatola che ancora presenta a chi si accorge, leggendo una scritta cancellata dalle intemperie, che si tratta di un teatro e non di una stalla o di una caciara".
"All'inizio del terzo atto e quando già si delineava il successo, preannunciato dagli applausi a scena aperta tributati al conte Ramiro, un gran vento che si era sollevato dal lago spinse l'epicentro del temporale sopra il paese di Montegrino. Nuove nubi gravide d'acqua si attaccarono ai versanti boscosi, li risalirono rotolando su se stesse e si adagiarono pesantemente sopra i tetti delle case [...] Quasi fossero state punte e lacerate dalla cuspide del campanile di San Rocco e da quella persa tra i boschi del campanile di S. Martino, le nubi cominciarono a versare acqua e grandine a valanga sopra il paese e sui versanti dei due colli in mezzo ai quali si adagiano le case".